Giorno: 29 ottobre 2015

Anna.

Apro piano la porta, ma…poi perché piano!? Lo so che sei sveglio. Sei in piedi sulla porta della cucina.

Ti guardo, tu non guardi me. “… Vuoi il caffè!?”. Dico si e penso – guardami – . “Voglio raccontarti quello che…”

“No, non ora… prendi il caffè”. Mi confonde questa tua gentilezza, dovresti parlarmi, chiedere, invece no, prepari la colazione. Siamo qui seduti, uno di fronte all’altra, divisi solo dal tavolo e da migliaia di parole taciute.

Inizio a parlare… Ora mi guardi e leggo nei tuoi occhi, cosa? Rabbia, dolore!? Non capisco, ma ormai non ha più importanza. ” Ho camminato a lungo, volevo pensare a me e a te, a noi no, non penso più a noi come una coppia, non più”

“Non pensi più a noi..”Non è una domanda la tua.

“Già, è la prima volta dopo tanto tempo… Nonostante sapessi del tuo tradimento o forse dovrei dire del tuo nuovo amore, io, prima di stasera, continuavo a pensare ‘noi’ “.

Sospiri, guardi verso la finestra , inizia ad albeggiare. Mi sento morire, vorrei abbracciarti e aspettare che tutto passi, ma non si può. Chiudo gli occhi, sento che ti avvicini, so già cosa farai, ti metterai in ginocchio e appoggerai la testa sulle mie gambe. Lo fai sempre e anche questo mi mancherà. “Siamo stanchi, dovremmo provare a riposare e dovremmo farlo abbracciati… non voglio perderti”.
E’ un sussurro il tuo che mi strazia l’anima. Mi ritrovo ad accarezzarti, le mie dita tra i tuoi capelli. Ti costringo a sollevare il viso: hai gli occhi lucidi di pianto. Sarebbe facile adesso baciarti e perdermi nel tuo abbraccio, ma dobbiamo decidere della nostra vita e non si può, non stavolta.

Devo parlare prima che il coraggio mi abbandoni: “Ti amo, la prima cosa che penso guardandoti è questa, ti amo. Non ti chiederò di rimanere, non posso amare per tutti e due. Nemmeno ti chiederò di andartene, ma non voglio vivere aspettandoti, consapevole che la tua vita è altrove e non ci sarai mai più per me. Ma vorrei rispondessi a una domanda: se lei non mi avesse chiamata, per dirmi di lasciarti libero, tu mi avresti mai parlato della sua esistenza!? Mi fa così male… mi avete fatto sentire meschina, egoista, una donna senza futuro. Davvero hai detto che io non ti ho lasciato vivere la tua vita?? Quando, quando ti sei accorto di soffocare!?”

Rimaniamo in silenzio viso contro viso, le tue lacrime diventano mie.
“Niente ha più senso…ora vado a fare una doccia. Ti chiedo di scegliere, di decidere cos’è meglio per te, poi per il resto non so… Se ti troverò quando torno, capirò”
Chiudo la porta dietro di me. Adesso posso piangere in silenzio chiusa in bagno, vorrei urlare, ma per farlo devo essere sola. Mi mordo le labbra fino a farle sanguinare. Mi guardo allo specchio, asciugo le lacrime e lentamente sale una preghiera: “Ti prego, fa che scelga me…”

Mafy

( foto Charlie Watts)11072670_872697369459432_7572914510530618494_n